PECHINO – Il russo Putin, l’egiziano Al Sisi, il saudita Bin Salman, il serbo Vucic, il kazako Tokaev: tutti insieme al tavolo di Xi Jinping. Tra boicottaggi diplomatici annunciati da mesi (Stati Uniti in primis) per denunciare gli abusi nel Xinjiang, la stretta su Tibet e Hong Kong e, da ultimo, la vicenda della tennista Peng Shuai, e “gentili” rifiuti data la situazione Covid (Giappone, tra gli altri), al banchetto preparato per l’apertura dei Giochi e sugli spalti dello stadio Nido d’uccello la sera del 4 febbraio per la cerimonia inaugurale, Xi si ritroverà accanto soltanto — e probabilmente non gli dispiacerà — una cerchia ristretta di una ventina di dignitari stranieri fidati: non tutti propriamente…